Tappa Diciannove - da San Martino in Pensilis a Larino



30 agosto 2015 

Incontriamo Enzo dopo la colazione nella piazza davanti al palazzo baronale. Gli occhiali da sole nascondono la sua stanchezza. È tornato a casa alle quattro, stanotte, e due ore dopo è già in piedi per camminare con noi. Ci confessa di aver fatto molte volte quella strada in macchina, mai a piedi. Per lui sarà più una sfida psicologica che fisica, aggiunge, e se non coglie questa occasione, difficilmente si ripresenterà: già lo prendono per pazzo. Come al solito Giulia rompe il ghiaccio con le sue mille domande, Clara invece ascolta e aspetta che il sole sia un po' più alto interagire con il nostro compagno di viaggio. Proponiamo strade alternative, però – forse - improvvisare quando ci sono nuovi compagni di viaggio, non è la soluzione ideale. Così, ci teniamo sull'asfalto per tutta la tappa. Appena scendiamo dalla collina su cui si appende San Martino, sciami di pale eoliche si affastellano attorno a noi, in ogni ansa tra le colline. Alcune restano ferme, altre girano. Tutte si chiedono perché stiano lì. Alla base hanno una scaletta e una porticina bianche. Immagino The Truman Show: un uomo che, prima di aprire la porta della consapevolezza, saluta il suo creatore con un ironico buongiorno. "E casomai non vi rivedessi, buon pomeriggio, buona sera e buona notte". Sogniamo anche noi di sbucare in un mondo ideale, in cui le ricche risorse di questa regione vengano conservate, tutelate, valorizzate in maniera equa e intelligente. Ma il portale che troviamo ha le fattezze di un cancello lussuoso appiccicato alla campagna, con il nulla intorno se non soldi pubblici spesi per capricci personali. Il caldo ci travolge già prima delle nove così, nonostante la strada ci avvicini ad Ururi, decidiamo di segnarlo tra i "posti che visiteremo la prossima volta" e proseguiamo in direzione Larino. Lo scooter di Giancarlo compare due, quattro volte per indicarci i chilometri percorsi e quelli che ci mancano all'arrivo. Noi sorridiamo, non ci facciamo più caso, ormai, l'importante è andare. Radio Tratturo si accende a tutto volume ai piedi dell'ultima salita, curve e pini marittimi, la cui ombra è solo un sospiro soffocato dal calore dell'asfalto. Mettiamo da parte la timidezza e proponiamo tutto il repertorio, che con Enzo si arricchisce: per la rubrica Le belle canzoni di una volta trasmettiamo una splendida esecuzione di Surfin' USA a tre voci, abbiamo addirittura il telegiornale regionale offerto dal nostro collega autoctono. L'affanno muta in risata e poco dopo arriviamo a casa di Marcello. Lui non è a casa, ma ci aprono la porta la moglie Dora, con la sua pacata serenità, che ci rinfresca con acqua e asciugamani per la doccia, e Valentina, con la timidezza educata dei suoi quindici anni e gli occhi carichi di curiosità. Conosciamo anche Angelo, il figlio maggiore, che ci lascia incantate mentre suona al tamburello una carrellata di ritmi del Sud. Marcello arriva portando con sé una chitarra. È un uomo allo stesso tempo carismatico e sensibile: le sue tasche sono piene di storie e con il suo entusiasmo sa trascinarti fin dentro il cuore delle cose. Ce ne accorgiamo al primo sguardo e ne abbiamo la conferma quando andiamo con lui a visitare il centro storico di Larino. In breve abbiamo:



  • provato a scavalcare la recinzione dei resti dell’anfiteatro

  • chiesto al buon Pietro di aprirci il museo civico per meravigliarci insieme davanti alla bellezza del palazzo ducale, della sua storia e dei mosaici lì custoditi

  • visitato la cattedrale poco prima della messa

  • fatto una foto sul trono vescovile in sagrestia, mentre stava arrivando il vescovo

  • fatto una foto con il vescovo

  • vagato per i vicoli, incontrando un gruppo di bambini, ai quali Marcello ha chiesto di cantare alcune delle sessantotto strofe di cui è composto il canto tradizionale di San Pardo.



La giornata termina con una visita a sorpresa nella cantina di Enrica e Angelo, nata con un rosso e un bianco uniti al loro matrimonio e cresciuta con cura e passione. I vini sono squisiti - persino Clara li assaggia tutti -, la compagnia è fantastica e il tempo si è fermato. Ce ne accorgiamo quando l’ora di andare a dormire, per noi, è passata da un pezzo e la luna rossa splendente si è fatta bianca.

Video del giorno: